Una breve premessa: Cosa sono i Bitcoin?
Costituiscono una moneta virtuale prodotta utilizzando complicati algoritmi e diffusa tramite internet.
Gli ideatori hanno previsto una emissione di 21 milioni di unità di cui circa 16 milioni sono già presenti sul mercato. Essi quindi non costituiscono “moneta”, rappresentando tuttavia uno strumento di pagamento particolare, non dipendente dal sistema bancario, sicché il soggetto accetta il pagamento di una transazione commerciale in Bitcoin solo è soltanto se è sicuro che i suoi creditori accetteranno a loro volta tale sistema di pagamento.
Ad un certo punto il Bitcoin ha suscitato forte interesse nelle piattaforme di trading ed è stato negoziato suscitando sempre maggiore attrazione da parte degli investitori probabilmente motivati per averlo ritenuto verosimilmente bene rifugio al pari dell’oro. Il fenomeno ha quindi determinato un forte, ed oserei dire anomalo, incremento di valore, peraltro prevedibile come succede per ogni tipo di bene nel senso che crescendo la domanda, la sua quotazione lievita.
E in effetti il prezzo del Bitcoin, che quotava all’inizio dell’anno circa 1000 dollari, ha superato recentemente il valore di 11.000 dollari.
Il fenomeno appena descritto non poteva non provocare il decollo del trading dei “Bitcoin Futures” che in effetti si è concretizzato su due scambi regolamentati operati uno dal Gruppo CME (la più grande borsa di derivati esistente al mondo) che lancerà il trading il 18 dicembre e l’altro dal CBOE Global Markets che ha lanciato il proprio trading il 10 dicembre.
Ovviamente, poiché i futures si negozieranno mediante moneta circolante e quindi non in Bitcoin, appare verosimile che il mercato dei Bitcoin Futures possa assumere dimensioni più ampie del mercato dei Bitcoin.
D’altro canto gli investitori disposti ad acquistare Bitcoin per i potenziali prevedibili guadagni saranno più attratti dal trading dei futures, più pulito e soprattutto regolamentato.
Tuttavia può accadere sia che i fondi istituzionali che hanno investito nell’acquisto di ingenti quantità di Bitcoin futures, avendo incontrato il forte gradimento del mercato, decidano di vendere spingendo ancora più in alto il prezzo dei futures, sia che gli stessi fondi istituzionali, valutando invece negative le prospettive di crescita, possa decidere di vendere, ovviamente con maggiore facilità, ad un prezzo inferiore a quello di mercato, determinando un probabile crollo dei prezzi.
Per concludere, può accadere di tutto: Chi ha investito potrebbe vedere incrementato il suo patrimonio come, attratto dai forti incrementi delle quotazioni, potrebbe aver perso tutto, con più gravi conseguenze soprattutto se l’investimento è stato realizzato attraverso finanziamenti ottenuti dal sistema bancario.
Il futuro dei Bitcoin e il futuro dei Bitcoin Futures si presenta pertanto molto ma molto incerto.
Oggi, lunedì 11 Dicembre, il cambio Bitcoin/$ ha sfondato quota $ 16000